Inquartato: 1. una croce rossa in campo d'argento, simbolo della continua fedeltà al partito Guelfo da parte della Municipalità, fondata su base popolare: in effetti questo è il più antico emblema della Chiesa e fu riconosciuto come simbolo al Comune di Orvieto dal papa Adriano IV (l'inglese cardinale Nicholas Breakspeare papa dal 1154 al 1149) con atto del 1157.2. Un'aquila nera, coronata d'oro: tradizionale riferimento ad una concessione da parte dei Romani ai quali la città di Orvieto (URBS VETUS: città vecchia) era sottomessa. Quando Carlo d'Angiò fu nominato, da papa Urbano IV (Jacinte Pantaleon di Troyes, 1261-1264), re di Puglia e Sicilia la sua incoronazione avvenne nella cattedrale di Orvieto (da parte, però, del successivo papa Clemente IV, Guy Le Gros, 1265-1268); dopo il 1277 il re concesse il titolo di "città" e l'aquila fu caricata di un lambello d'oro come collare, richiamante quello rosso della casa d'Anjou. 3. Un leone rampante, tenente una spada d'argento con la zampa destra e le chiavi di San Pietro con la sinistra: richiamo al leone fiorentino, detto "Marzocco", e rammenta la storica alleanza con la capitale toscana. Le chiavi, con il motto "FORTIS ET FIDELIS" sono concessione particolare di Adriano IV come segno della lunga fedeltà alla Chiesa di Roma. 4. Un'oca avente una palla nella zampa destra, alludente alle leggendarie oche del Campidoglio sacre a Giunone, che salvarono la città dagli attacchi nemici con il loro schiamazzo: viene spesso confusa con la gru, come quella antico simbolo di sorveglianza per la sicurezza della Patria e, in questo caso, riferimento all'antico status di Colonia Romana (denominata VOLSINII) acquisito dopo la fine della dominazione Etrusca |