Siena è divisa in terzieri (ovvero terzi di città) e 17 contrade: Aquila, Bruco, Chiocciola, Civetta, Drago, Giraffa, Istrice, Leocorno, Lupa, Nicchio, Oca, Onda, Pantera, Selva, Tartuca, Torre, Valdimontone. La lupa è il simbolo di Siena... la lupa che ha allattato Senius, figlio di Remo. Siena ti apre il suo cuore ancora più grande! E' il bel motto che campeggia sulla Porta Camollia: cor magis tibi Sena pandit. Siena fiorì nel 1200 grazie ai suoi banchieri e mercanti. Il Monte dei Paschi di Siena è infatti la più antica banca italiana. La Torre del Mangia, dell'elegante Palazzo Pubblico, è la seconda più alta in Italia. Deve il suo nome al primo campanaro che faceva rintoccare la campana, soprannominato Mangiaguadagni per la sua dissipatezza. Sembra che nelle fondamenta della torre ci siano delle monete d'oro beneauguranti! La campana attuale, di origine seicentesca, è detta Sunto. Celebre la bellezza del Duomo di Siena con il fasto dell'antica Biblioteca Piccolomini, capolavoro del Pinturicchio e la famigerata navata incompiuta (Duomo Nuovo). Quest'ultima fu aggiunta in un secondo momento e doveva rendere la fabbrica la più vasta della cristianità; ma la peste nera del 1348, falcidiando un terzo della popolazione, non consentì di terminare i lavori. La celebre Piazza del Campo è divisa in nove settori per simboleggiare il Consiglio dei Nove che governava la città! Il Consiglio ha avuto, in realtà, un numero variabile di consiglieri, fino a trentasei. Nel Museo del Bruco (cioè dell'omonima contrada) potete ammirare il teschio di Barbicone, il brucaiolo che capeggiò la rivolta dei cardazzieri (ovvero i lanaioli) contro il governo dei dodici! Ogni contrada, comunque, ha il suo museo. La Vergine di Santa Maria di Provenzano, cui è dedicata la bella chiesa, ha dato origine al più antico Palio senese; laddove sorge il monumento, c'era una Pietà, portata in quel posto direttamente da Santa Caterina; in un gesto sacrilego, la Pietà fu fatta oggetto di spari da parte di un soldato spagnolo al soldo di Firenze. La statuina rimase intatta e i senesi costruirono la chiesa e dedicarono alla Madonna il Palio del due luglio. Celebre è il Palio di Siena. I pali erano feste cavalleresche molto diffuse in epoca medioevale, ma invero il Palio di Siena si connota per delle caratteristiche che lo rendono unico. Gli aspetti più salienti sono di tipo antropologico: il sentimento di devozione al Palio e di immedesimazione e attaccamento alle contrade è in effetti particolare e non trova corrispettivo in altre feste di origine medioevale in nessuna parte del mondo. Rinomate leccornie senesi: fra i primi va la menzione d'onore ai pici all'aglione, spaghettoni con un sugo di pomodore e aglio, oppure, ai pici al ragù di carne, a base di cinta senese. Strepitoso il catalogo di dolci: ricciarelli, cavallucci, e, ovviamente, panforte e panpepato, vere glorie cittadine, rinomate in tutta Italia. L'Accademia dei Fisiocritici, del 1691, è fra le più nobili d'Europa: ha avuto come membri Linneo, Volta, Lagrange e Pasteur! La bella Fonte Gaia in Piazza del Campo è alimentata da un sistema idraulico trecentesco di grande pregio: i bottini (acquedotti con volta a botte). Sono visitabili e di grandissimo interesse. Importanti happening musicali senesi: Siena Jazz e la Settimana Musicale Senese (musica classica). Siena vanta una scuola di pittura e scultura rinomata, che soprattutto nel duecento si è espressa a livelli altissimi: qui sono nati Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Ambrogio e Pietro Lorenzetti, Tino di Camaino e Jacopo della Quercia. |