Comuni Italiani Le origini della regione Veneto, l'evoluzione politica, le vicissitudini, notizie storiche.

Storia Veneto

La regione era originariamente occupata dagli Euganei, di ceppo mediterraneo; dal IX secolo a.C. discesero i Veneti, popolazione illirica, ai quali seguirono i Galli nel IV secolo. La romanizzazione iniziò nel terzo secolo a.C. in modo non traumatico, in quanto le popolazioni stanziate sull'odierno Veneto intrattenevano ottimi rapporti ed alleanze con i latini. Con la divisione augustea le Venezie e l'Istria vennero unificate con l'istituzione della macroregione Regio X Venetia et Histria, con capitale Aquilea.

Dopo il crollo dell'Impero, il Veneto subì le invasioni di Unni e Longobardi, poi soppiantati dai Franchi, mentre la laguna era parte del ducato bizantino delle Tre Venezie, dipendente dall'Esarca di Ravenna. Furono proprio le scorrerie dei barbari a spingere le popolazioni residenti a spostarsi in laguna. La fondazione di Venezia è fissata nel 421 a.C.. Con la caduta dell'Esarcato in mano longobarda, nell'VIII secolo, l'influenza greca sulla laguna resta debole e solo formale.

Il Sacro Romano Impero sulla terraferma istituisce diversi marchesati; l'unità del triveneto si rompe intorno al X secolo con l'organizzazione autonoma di Trento, sotto il principe vescovo, e del Friuli, sotto il patriarca di Aquilea, coll'investitura imperiale di principe; nel frattempo il governo del doge bizantino della "venezia marittima" deve resistere vittoriosamente agli attacchi dei Longobardi, di Carlo Magno e di Pipino il breve, spostando la sede ducale da Eraclea, a Malamocco ed, infine nell'812, a Venezia. Intorno all'anno mille si assiste allo sviluppo delle città della marca imperiale dell'entroterra veneto, mentre la Serenissima primeggia sui mari e nei commerci, estendendo la propria influenza sulla Dalmazia, nell'Egeo, fino al Pelopponeso e all'Oriente. Fra l'XI e il XII secolo è l'età dell'oro dei liberi comuni e delle signorie (Verona, Treviso e Padova); Venezia è una potenza di rilievo internazionale, fra Adriatico ed Egeo, con la sconfitta dei Genovesi a Curzola (1298) e con l'annessione (1204) dell'altra repubblica marinara di Ragusa (Dùbrovnik) .

Dal 1400 circa in poi si assiste all'annessione graduale da parte di Venezia del resto del Veneto e della terraferma, fino alla Lombardia e al Friuli, in risposta alle politiche espansionistiche dei Visconti. Dopo aver creato estesi e ricchi possedimenti di mare, la forza della Serenissima, ora, comprendeva anche Bergamo, Brescia e Cesena. Dopo il cinquecento si evidenzia una graduale crisi di Venezia, sotto la pressione dell'Impero Ottomano impossessatosi di Costantinopoli e a causa dell'inadeguatezza di una forma statuale non più in linea con l'emergere dei grandi stati assoluti europei, prima, e degli stati nazione, dopo.

Nel 1797 Venezia e il Veneto cadono nella mani di Napoleone. Dopo la breve parentesi napoleonica del Regno d'Italia, col trattato di Campoformio, la regione passa all'Austria che istituisce il Regno-Lombardo-Veneto. Il Veneto è protagonista del Risorgimento con l'eroica Repubblica di Venezia (1849), ma bisognerà aspettare la terza guerra d'indipendenza (1866) per l'annessione al Regno d'Italia sabaudo.

I primi anni post-unitari sono caratterizzati dalla generale condizione di arretratezza e povertà della campagne e dall'opera di proselitismo della chiesa che favorì la nascita di un movimento cattolico molto forte. Nel primo Novecento si registra una grande emigrazione veneta verso, soprattutto, l'America Latina. La regione ha registrato fra 1870 al 1976 i più alti tassi di emigrazione fra le regioni italiane.

Il Veneto fu teatro dei durissimi scontri che coinvolsero le linee di confine durante la Prima Guerra Mondiale. Dopo la sconfitta di Caporetto la regione venne invasa fino al Piave.

In occasione del secondo conflitto mondiale la regione patì altre sofferenze; dopo l'8 settembre del '43 l'intera provincia di Belluno passò direttamente sotto amministrazione Tedesca, mentre a Salò c'era l'effimera Repubblica Sociale Italiana.

Il dopoguerra vede la definitiva affermazione della Democrazia Cristiana come forza guida; il Veneto è stato a lungo considerato la "regione bianca" per eccellenza. Nonostante durante gli anni sessanta il Veneto fosse ancora ritenuto una regione agricola e povera, si è recentemente assistito ad una epocale trasformazione sociale che, grazie alla piccola impresa familiare, polverizzata sul territorio e cresciuta grazie alla lira debole, ha segnato la nascita del ricco Nord-Est.

Questo nuovo miracolo economico, ispirato da un capitalismo diverso dal nord ovest, fordista e legato alla grande industria pesante, si è reso possibile grazie ad un sistema sociale basato sulla città diffusa e ai distretti industriali. Fra gli anni ottanta e novanta il Veneto ha visto l'affermazione, sulle ceneri del voto cattolico, della Liga Veneta, prima, e Lega Nord, dopo; le richieste politiche di secessione originate da queste forze politiche hanno portato all'attenzione della nazione il problema Nord-Est, legato soprattutto ad una richiesta di riforme fiscali in senso federalista e di riduzione della spesa pubblica.

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