Nuoro è la capitale letteraria della Sardegna! La Città di Grazia Deledda, unica donna italiana a vincere il premio Nobel: la casa dove è nata è oggi un bel museo e la sua tomba è nella chiesa di Santa Maria della Solitudine, spesso ricordata nei suoi lavori. Qui è nato anche il massimo poeta dell'isola, Sebastiano Satta, stregato dalla ferocia dei banditi sardi, sincero gesto di ribellione ad un ordine sociale ingiusto, ad una storia matrigna. Nuorese è anche Salvatore Satta, importante romanziere del novecento. A Nuoro è nato il grande scultore Francesco Ciusa, alfiere di una poetica espressionistica e selvaggia come la Barbagia. Un grande nuorese: Attilio Deffenu, meridionalista finissimo, fondatore della rivista Sardegna, avversario del protezionismo il cui unico obiettivo era favorire le industrie dell'Italia settentrionale a scapito dell'economia agropastorale meridionale, morì eroicamente sul Piave, al comando di un plotone della Brigata Sassari. Nuoro e la pittura di Antonio Ballero, divisionista di Sardegna (il divisionismo è un'avanguardia post impressionistica che consiste nel creare dipinti, formandoli con tanti puntini colorati) e scrittore delle Primavere Barbaricine. Nuoro è la sede Museo della Vita e delle Tradizioni Sarde, un'importante miniera etnologica che ripercorre la storia del folklore sardo. Degna di nota è la collezione di abiti tradizionali, ancora oggi usati in occasione della Sagra del Redentore. L'abito femminile, particolarmente elaborato, prevedeva sa fardetta (gonna) con sopra sa franda (grembiule), su palu ‘e sutta (busto) e su zipppone (giacca). Completava il tutto su mucadore (fazzoletto). La Sagra del Redentore, a fine agosto, è sicuramente una delle sagre più famose dell'isola e attira gente da ogni dove, trasformando la tranquilla Nuoro in una bolgia colorata e popolare. A Nuoro puoi gustare l'Aranzada nuorese, il gustoso dolce tradizionale fatto con arance e miele. Il rapporto fra Nuoro ed il banditismo che ha interessato le aree limitrofe è paradossale ed ambivalente. Esso è sia segno di marginalità e arretratezza che momento d'ispirazione per i poeti nuoresi, che lo hanno ricollegato alla storia delle lotte contadine e delle classi subalterne. Il fenomeno del banditismo che ha afflitto Nuoro nell'ottocento si inserisce nel più ampio contesto delle lotte e delle tensioni sociali legate, in Italia Meridionale, ad una non equa divisione della terra, o, ancora, alle limitazioni degli usi civici (di matrice comunistica) dovute, in un certo senso, alla modernizzazione. Il dramma delle enclosures (privatizzazione delle terre comuni e fine degli usi civici) avviene nel nuorese nel 1820 (editto delle chiudende). Nel Museo Speleo-archeologico divertitevi ad ammirare gli scheletri del Prolagus sardo, una lontra gigante preistorica! |