Viterbo, fondata dagli etruschi ed importante centro romano sulla via Cassia, si ingrandì in epoca longobarda, diventando presto il centro più importante della Tuscia, per opera di Desiderio che intendeva servirsi della città come avamposto per conquistare Roma. Carlo Magno la donò alla Chiesa e Viterbo divenne, infine, il centro principale del Patrimonio di San Pietro, una delle quattro province principali in cui si articolava lo Stato della Chiesa, all'epoca della sistematizzazione dei territori del Papa operata da Innocenzo III. Per sfuggire il caos di Roma, venite a Viterbo! Eh si, Viterbo Città dei Papi, è dove gli eredi di Pietro si rifugiavano soprattutto in occasione di tumulti capitolini! In effetti vari episodi storici hanno spesso portato qui i pontefici e reso la città protagonista della storia vaticana. Nel 1155 qui vi si insediò Eugenio III a seguito dei tumulti capeggiati da Arnaldo da Brescia; Adriano IV, nel 1155, sfugge al Barbarossa; vi si insedia Innocenzo III che la eleva a capitale della Tuscia; giunsero qui, per sfuggire a jacqueries e alle lotte fra guelfi e ghibellini, Onorio III, Gregorio IX e Alessandro IV (qui sepolto). Vengono eletti papi a Viterbo: Urbano IV, Clemente IV, che pone la sua residenza nella città, Gregorio X, Giovanni XXI e Nicolò III, Martino IV. Dopo la cattività avignonese (il periodo durante il quale il Papa si spostò ad Avignone, in Francia) la città ospita infine Urbano V, l'ultimo papa a mettere al centro della vita pontificia Viterbo. Il Palazzo dei Papi è un meravigliosa costruzione gotica, Iniziato nel 1255 e terminato dopo poco più di dieci anni, vanta una sontuosa e scenografica loggia merlata, anticipata da una teatrale scalinata, che si arrampica lungo il colle di San Lorenzo, sul quale il Palazzo vene costruito. Viterbo fu sede di vari conclavi, fra i quali quello che vide l'elezione di Gregorio X, il primo, nonchè più lungo e dibattuto della storia (1271), durante il quale il Sacro Soglio rimase vacante per ben trentatre mesi. I viterbesi, stanchi per il protrarsi del ritardo, chiusero ad un tratto dentro il Palazzo dei Papi gli elettori cum clave, con la chiave: da qui avrebbe origine la parola conclave. Il Capitano del Popolo Raniero Gatti, invece, ordinò che la sala dove vennero rinchiusi i cardinali fosse scoperchiata, affinché lo Spirito Santo discendesse sui prelati per illuminarli! Prima del conclave viterbese, in effetti, le regole per l'elezione non erano state sistematizzate: fu Gregorio X a fissare, quindi, il primo protocollo in merito. Pantagrueliche libagioni viterbesi! L'acquacotta, è qui a base di pane raffermo, mentuccia, patate, cipolle e baccalà ed è la gloria della gastronomia locale... ma occhio alla giubba e calzoni, zuppa d'agnello e carciofi; dai laghi di Bolsena e di Vico provengono deliziosi pesci di lago, preparati a zuppa (la sbroscia) o grigliati e a filetto (persico e luccio sono un must); la anguille lacustri sedussero anche il palato di Martino IV, tanto da finire nel purgatorio dantesco! La pignataccia contiene uno stufato di interiora e verdura. Viterbo e le sue mitiche terme! Si narra che Ercole essendo stato sfidato dagli Etruschi a dar prova della sua forza, abbia conficcato una lancia nella terra e dal foro sia poi zampillata l'acqua salubre delle sorgenti viterbesi. Il nome Bulicame, della sorgente più famosa, deriverebbe da bulicante, arcaica parola che descrive l'acqua con bolle. Le acque sono state apprezzate fin dall'epoca etrusca, amate in particolar modo dai romani e dai papi e decantate da Dante: "Qual del Bulicame esce ruscello/ che parton poi tra lor le peccatrici/ tal per la rena giù sen giva quello...": "Inferno", XIV, 79-81 Fra Agosto e settembre non perdete la processione di Santa Rosa, con la sua poderosa macchina, una torre luminosa del peso di quasi 50 quintali e alta 28 metri con in cima la statua della Santa. La processione ha origine nel 1258, con la traslazione del corpo della patrona, voluto da papa Alessandro IV (fra l'altro, l'unico papa inglese della storia). Il papa volle così glorificare la fanciulla che era stata una evangelizzatrice ed una sostenitrice dell'ortodossia durante gli anni bui (per la Chiesa) di Federico II. I ghibellini avevano infatti sottratto la città al papato ed, in un'ottica antiromana, appoggiavano la diffusione di sette eretiche catare e gnostiche. Rosa, in quel periodo, fu tra le più strenue paladine dell'ortodossia. Viterbo ospita uno dei massimi esempi del grande architetto tardo Rinascimentale Giacomo Vignola, Villa Lante a Bagnaia. Ci troviamo di fronte ad un capolavoro dell'edilizia civile, immersa in uno dei giardini all'italiani più belli che siano mai stati costruiti, fra putti, pan, satiri danzanti, fontane, ed oniriche grottesche (ovvero le tipiche decorazioni mitologiche in uso nel rinascimento). |