Firenze Capitale d'Italia dal 1865 al 1870: il Regno d'Italia, per marcare la discontinuità della nuova entità politica rispetto al Regno Sabaudo di Sardegna, trasferisce la capitale a Firenze, come città più rappresentativa. Con la breccia di Porta Pia la capitale verrà definitivamente trasferita a Roma. Eccezionale il Duomo di Santa Maria del Fiore alla cui costruzione parteciparono artisti di fama mondiale: la famigerata cupola del Brunelleschi era la più grande dei suoi tempi e fu costruita per rivaleggiare con le opere dell'età classica. Occhio al cornicione sinistro di una delle cappelle radiali che si dipanano attorno alla cupola all'esterno. C'è una vacca scolpita! In onore degli animali che parteciparono ai lavori della fabbrica! La bella Loggia del Bigallo è dove venivano esposti gli innocenti (i bambini abbandonati) affinché venissero ripresi dalla madre o dati in adozione. Purtroppo nel medioevo la grande ignoranza sulla procreazione e la difficoltà per molte donne di crescere i bambini (per motivi economici o perché frutto di un rapporto avuto fuori dal matrimonio e socialmente non tollerato) avevano diffuso la piaga dell'infanticidio (come rimedio a gravidanze non volute); per porvi rimedio i conventi incominciarono ad allestire delle ruote affinché le donne, in discrezione, potessero abbandonare i pargoli non voluti. Fra i cognomi più diffusi in Italia, Innocenti, Proietti, Esposti, Esposito, si riferiscono proprio ai bambini abbandonati. La bellissima chiesa di Santa Croce è il Pantheon civile di Firenze e d'Italia! Qui veniva a rendere omaggio, in epoca pre-risorgimentale, il grande Ugo Foscolo, alla memoria dei grandi italiani qui seppelliti o ricordati da bei cenotafi (monumenti funebri): Dante, Machiavelli, Galileo (a cui la chiesa negò sepoltura cristiana fino al 1737!), Gioacchino Rossini, Vittorio Alfieri, Michelangelo. Qui a Stendhal venne la sua famosa sindrome! La facciata della chiesa fu terminata grazie al benefattore inglese Francis Sloane, umanista ed erudito di epoca vittoriana. Poche città possono come Firenze vantarsi di aver avuto un così grande peso nello sviluppo della civiltà e delle arti: patria del Rinascimento e dell'Umanesimo, di poeti come Dante e Guido Cavalcanti, architetti, artisti e pittori come Filippo Bruneleschi, Lorenzo Ghiberti, Donatello, Botticelli, Rosso Fiorentino, Benvenuto Cellini. Il prestigio culturale di Firenze è anche in epoca moderna tenuto vivo dall'esperienza pittorica dei Macchiaioli di Telemaco Signorini e dall'avanguardia letteraria di Palazzeschi. Il Museo degli Uffizi, in qualità di galleria privata dei Medici, è il più antico del mondo. Il palazzo fu originariamente voluto come ufficio delle magistrature cittadine. Occhio all'Accademia di Belle Arti, nel 1563, la prima in Europa! La collezione delle gallerie, voluta per fini didattici, conserva il famoso David di Michelangelo, metafora della Repubblica che trionfa sulla tirannia... non male come scuola pubblica! Nella chiesa della Santissima Annunziata c'è un antica annunciazione, si dice affrescata da un angelo, alla quale le giovani coppie di sposi offrono un mazzo di fiori come buon auspicio. Il 25 marzo, in occasione dell'Annunciazione, nella piazza omonima c'è una festa con la vendita dei brigidini, biscotti tipici. Occhio al nobile Conservatorio Luigi Cherubini! Vi è il clavicembalo di Bartolomeo Cristofari, partendo dal quale, egli inventò nel settecento il pianoforte! Altra via monumentale, e della moda, contornata da boutique di lusso non propriamente dai prezzi popolari, è via de' Tornabuoni. Il Caffè La Giocosa, al n. 83, è dove è stato inventato il famosissimo cocktail Negroni. Il Palazzo Strozzi, capolavoro di Benedetto di Maiano e apice del bugnato rinascimentale (un particolare tipo di decorazione a mattoni sporgenti), è sede della rinomata Biennale dell'Antiquariato e del Gabinetto Vieusseux. Quest'ultimo è una prestigiosa istituzione culturale, centro di pensiero in epoca romantica e risorgimentale, gabinetto di lettura, frequentato da artisti del calibro di Manzoni, Leopardi, Stendhal, Schopenhauer, Fëdor Dostoevskij, Mark Twain, Emile Zola, André Gide, Rudyard Kipling, Aldous Huxley, David H. Lawrence. Per i Medici discrezione e privacy prima di tutto! Ammirate il corridoio Vasariano che corre sull'arcinoto Ponte Vecchio e collega gli Uffizi alla Reggia di Palazzo Pitti. Firenze città di Collodi, città di Pinocchio! Nacquero qui, inoltre, il grande scrittore Giovanni Papini e Gino Bartali, vincitore di vari Tour e Giri d'Italia. Fermatevi a gustare il Lampredotto con un buon bicchiere di chianti nelle tipiche trattorie del centro. Il Lampredotto è una delle parti (più compatta e magra) dello stomaco dei bovini, tipico piatto "povero" della cucina fiorentina. In Palazzo Vecchio, nella Camera di Ercole c'è una famosa natività con un disco ovale nel cielo all'orizzonte: per l'americana Ufo Research Coalition è uno dei documenti più antichi che attestino l'esistenza degli alieni... la Madonna dell'Ufo! Nel 1612, il Vocabolario degli Accademici della Crusca, è il primo della lingua italiana. La Toscana ha infatti avuto un notorio ruolo guida nella nascita della lingua italiana. Il volgare di grandissimi intellettuali come Dante, Petrarca, Boccaccio e lo stilnovo impose definitivamente lo stile toscano come archetipico dell'italiano ("battendo" la scuola siciliana). L'Accademia della Crusca, già nel cinquecento, raccoglie la sfida di definire i parametri della lingua corretta "separando il fior di farina (la buona lingua) dalla crusca". D'altronde l'Italia, sebbene divisa politicamente, sentiva di possedere una unicità culturale e la lingua rappresentava il modo migliore per esprimere una comune identità. L'America deve il suo nome al grande navigatore fiorentino Amerigo Vespucci. Vale la pena ricordare che Colombo, che effettivamente fu il primo europeo a calcare la terra del nuovo mondo, ivi approdò casualmente, alla ricerca di una nuova rotta per le indie. Vespucci, con le sue lettere che ebbero subito vasto eco, fu il primo a diffondere sistematicamente informazioni sul nuovo continente. Il cartografo Martin Waldseemüller decise quindi di usare il genere femminile (America) del nome Americus in onore del nostro nobile fiorentino. |