La città fu fondata sul colle Guasco nel 390 a.C. dai greci esuli di Siracusa, dove imperversava il tiranno Dionisio. Fu chiamata Ankon, gomito, per la forma del promontorio che occupava. Cosa non si fa per amore! La bella prigione vanvitelliana del Lazzaretto ha avuto come ospite Giacomo Casanova, che si intrufolò nella fortezza, richiamato dall'avvenenza di una seducente prigioniera! Il Duomo è un'imponente fabbrica dove si commistionano elementi romanici, gotici e bizantini. La chiesa custodisce una Madonna miracolosa, intervenuta varie volte a sollievo della peste. Questa Vergine è oggetto di una forte devozione popolare. La città esibisce notevoli monumenti religiosi come la chiesa di San Domenico, che conserva una preziosa tela di Tiziano, Sant'Agostino, realizzata da Giorgio Orsini, San Francesco delle Scale, di pregevole fattura gotico-veneziana, e l'antichissima Santa Maria della Piazza, dove resistono parti paleocristiane. L'Anfiteatro e l'Arco di Traiano sono invece importantissimi lasciti del mondo romano, di sicuro interesse. In Piazza del Plebiscito, affianco alla statua di papa Clemente XII, c'è la fontana le cui decorazioni richiamano le teste mozzate di coloro i quali venivano giustiziati anticamente nel luogo. Presso l'ex Episcopio c'è il Museo Diocesano che, fra interessanti oggetti di arte sacra, custodisce preziosissimi arazzi su disegni del genio dell'arte fiamminga del seicento, Rubens. Gli arazzi sono nati nelle Fiandre (i primi su disegni di Van Orley) e sono tessuti da importanti manifatture che trasportano sul telaio i cartoni preparatori realizzati appositamente dai pittori. Tantissimi assi del pennello si sono cimentati con questa nobile arte! Augusto Elia è l'eroico anconetano che a Calatafimi, durante la spedizione dei Mille, si gettò su Garibaldi per proteggerlo da un colpo di pistola a lui diretto, pronto a sacrificarsi per l'eroe dei due mondi! La fortuna lo ripagò per il coraggio mostrato: il colonnello Elia sopravisse e divenne, in seguito, comandante della flottiglia del Garda. Gastronomia ad Ancona. Il Vincisgrassi, astro della cucina regionale, è una pasta imbottita molto ricca e gustosa; sembra che derivi il proprio nome da Windsch Graetz il comandante austriaco che nel 1799 cinse d'assedio Ancona. Il brodetto all'anconetana, rispetto agli altri fumetti dell'adriatico, è più denso e vanta obbligatoriamente 13 tipi diversi di pesce che richiamano le 13 cannelle della Fontana del Calamo. Innaffiate il tutto col Rosso Conero, decantato già da Plinio il Vecchio. All'interno della fortezza della Cittadella un bel parco si offre come meta prediletta per le passeggiate domenicali, punto d'osservazione per rimirare il bel panorama sul golfo e sul Conero. Il Parco Regionale del Cònero, istituito nel 1987, è un'oasi ambientale di grande pregio, volta a proteggere le ricchezze ambientali di questo solitario promontorio che si affaccia sull'Adriatico (solitario perché la costa adriatica è generalmente pianeggiante): 572 metri di macchia mediterranea a picco sul mare. Nelle verzure del parco si dice si sentano ancora i lamenti di Giana, mitica immortale che piange il figlio ucciso dai pirati. I corsari, infatti, facevano molte scorribande da queste parti e c'è chi giura che qui abbiano nascosto vari tesori. Grande pittore marchigiano del Rinascimento: Nicola d'Ancona. Fu seguace di Carlo Crivelli, genio originario del Veneto che lavorò nelle Marche creando una sorta di scuola autoctona crivellesca. Il discepolo Nicola è uno degli interpreti più fini e sensibili di questa particolare poetica crivellesca. |