Trentino Il Trentino fu abitato in epoche protostoriche dalla popolazione italica dei Veneti, dai Reti, popolazione autoctona appartenente alla cultura di Sanzeno – Fritzens e, forse, dai Galli (forse fondatori di Trento). Nel II secolo a.C. discesero i Cimbri, popolazione germanica proveniente dalla Danimarca, con i quali i romani si scontrarono nelle valli trentine, confinandoli sulle montagne (a tutt'oggi esistono minoranze cimbre in Trentino). I rapporti con i latini erano casuali. Solo dopo le guerre retiche, nel I secolo a.C. il Trentino venne romanizzato e i rapporti si pacificarono. In età imperiale l'importanza strategica della regione come testa di ponte verso il nord venne esemplificata simbolicamente con l'apertura di due vie: la via Claudia Augusta Padana e la via Claudia Augusta Altinate. Il Trentino fu una delle ultime regioni italiane a cristianizzarsi: dopo la predicazione di Ermagora, vescovo di Aquilea, capitale della X regione augustea di cui il Trentino era parte, fu solo nel IV secolo d.C. che la cristianizzazione si completò grazie a San Vigilio.Con la caduta dell'Impero il Trentino fu prima ducato con i Longobardi, poi marca con i Franchi (774). L'unità del triveneto si rompe nel 1027 con l'organizzazione autonoma di Trento, sotto il principe vescovo nominato dall'Imperatore del Sacro Romano Impero Corrado. Le lotte fra guelfi e ghibellini coincisero col tentativo di Federico II di instaurarvi un dominio assoluto con vicari imperiali come Ezzelino da Romano (1239). Il XIV secolo è caratterizzato dal tentativo di egemonizzazione del principato da parte dei Conti del Tirolo. Alla fine del Quattrocento, Venezia cerca infruttuosamente due volte di annettere il Trentino. La regione è teatro di lotte di religione e jacqueries nella Guerra Rustica (1521), repressa nel sangue. Il principato rinasce nel rinascimento col grande vescovo Bernardo Cles che promuove una riforma politica ed amministrativa del Trentino. La posizione strategica fra mondo germanico e latino fa di Trento la sede del Consiglio tridentino, volto alla ricomposizione fra ortodossia cattolica e riforma protestante (1545-1563). Sotto la dinastia dei Mandruzzo la storia del Trentino scorre tranquilla, fino agli scontri del 1703, in occasione della guerra di successione spagnola. Il gigante asburgico preme alle porte. Nel 1796 l'entrata delle truppe napoleoniche segnano la fine del Principato di Trento. Col Congresso di Vienna il Trentino fu accorpato al Tirolo e passa all'Austria. Dopo il 1860 scoppia un forte movimento nazionale irredentista volto all'unificazione del Trentino con il Regno d'Italia. I frutti dei patrioti martiri irredentisti come Cesare Battisti verrà coronato alla fine della prima guerra mondiale con la dissoluzione dell'Austria-Ungheria e con il passaggio al Regno d'Italia del Trentino, ma anche del Sud Tirolo, a maggioranza austriaca. Durante il fascismo la regione sarà oggetto di una violenta politica di italianizzazione forzata. Dopo l'8 settembre il Trentino e l'Alto Adige vengono annessi al Reich. Con la costituzione repubblicana il Trentino-Alto Adige diviene una regione autonoma a statuto speciale con ampi poteri alle due province di Trento e Bolzano. Negli anni settanta la regione è teatro degli attentati degli indipendentisti tirolesi e centro di accese rivolte studentesche. Alto Adige/Suedtirol L'attuale Alto Adige/Suedtirol fu abitato dall'uomo preistorico a partire dal mesolitico, come attesta la celebre mummia di Similaun ritrovata nei ghiacci. A partire dall'età del bronzo si hanno tracce di civiltà della cultura di Hallstatt; le popolazioni germaniche, indoeuropei originariamente provenienti dalla Scandinavia meridionale, si stanziarono qui molto presto. In seguito vi giunsero popolazioni illiriche dal norico e celtiche. Probabilmente i Reti che occupavano la regione all'epoca della sottomissione da parte dei Romani alla fine del I secolo a.C. non erano altro che un'etnia nata dalla sovrapposizione di queste varie tribù. La regione è, sotto Roma, essenzialmente una via di passaggio fra le Alpi. Il centro principale è Sebatum; con la riforma augustea la regione diviene la X regio Noricum et Raetia. Con la caduta dell'Impero discendono i Goti e si assiste alla germanizzazione dell'Alto Adige/Suedtirol; laddove i longobardi si latinizzarono, i bavari, stanziati nell'area, fanno dell'Alto Adige/Suedtirol una regione prettamente tedesca annettendolo al Ducato di Baviera nel 590 d.C. Nel 774 d.C. Carlo Magno annette l'Alto Adige/Suedtirol al regno dei Franchi, mentre l'Imperatore Ottone del Sacro Romano Impero, nel 954, divide nuovamente la regione: parte viene sottoposta al vescovo di Trento, parte al vescovo di Brixen/Bressanone. Nel XII secolo emerge l'influenza della famiglia dei Conti di Tirolo che rimpiazza il potere del principe-vescovo. Il sud Tirolo è centro d'irradiazione del potere dei Conti del Tirolo. Lo stesso nome Tirolo deriva da un castello nei pressi di Merano/Meran, che ne è capoluogo, almeno formalmente, fino al 1848. Nel 1300 Margarethe von Tirol-Goertz cede la regione direttamente agli Asburgo. I Conti del Tirolo sono tanto potenti da influenzare tutta la politica regionale, anche a Trento. Solo dalla metà del seicento il Tirolo viene governato direttamente da Vienna. La città regionale più influente diventa Innsbruck. I principati ecclesiastici cessano di esistere con Napoleone. Alla dominazione francese si deve, tra l'altro il nome Alto Adige. L' Alto Adige/Suedtirol viene spartito fra Baviera, Austria e Regno d'Italia napoleonico. L'Alto Adige/Suedtirol è fondamentalmente al di fuori dalle richieste irridentiste risorgimentali che interessano il Trentino. Alla fine della Prima Guerra Mondiale, comunque, con l'implosione dell'Austria-Ungheria, tutta la regione passa al Regno d'Italia. Le tensioni fra gruppi germanofoni ed italianofoni montano durante il fascismo. Il regime propone un'italianizzazione forzata e violenta della regione attraverso il divieto all'utilizzo del tedesco e alle immigrazioni di italiani dal Mezzogiorno. Le violenze e i rancori continuano coll'annessione dell'Alto Adige/Suedtirol al Terzo Reich. Questa volta sono gli italianofoni ad essere perseguitati e le scuole italiane ad essere chiuse. I richiami hitleriani all'unità di sangue del Volk non seducono il Sudtirol, nonostante molti avessero guardato al nazismo come una possibilità per rifarsi delle umiliazioni subite sotto il ventennio. L'Andreas-Hofer-Bund fu un coraggioso pilastro della Resistenza e tutta la regione pagò un altissimo tributo di sangue. Vale la pena sottolineare come le tensioni fra i due gruppi etnici montino, anche, in un clima di polarizzazione ideologica dove partiti nazisti e fascisti, sicuramente per loro natura non particolarmente tolleranti o democratici, cercano di rappresentare gli interessi dei gruppi Italiano e Tedesco. Nonostante l'accordo De Gasperi-Gruber, lo statuto speciale dell'Alto Adige/Suedtirol previsto dalla Costituzione repubblicana e il riconoscimento dei diritti delle minoranze, la regione ha vissuto altri anni drammatici fra gli anni cinquanta e settanta, fra il terrorismo del BAS (Befreiungsausschuss Südtirol), autore di numerosi attentati, assassini e stragi, e le reazioni opache dello Stato italiano (accuse di torture perpetrate dai Carabinieri), da iscriversi nel triste e generale clima di dubbia democraticità che ha spesso infettato le istituzioni negli anni di piombo. Negli anni ottanta la situazione si è in parte normalizzata. La provincia di Bolzano gestisce notevoli risorse in modo autonomo ed è parte della macroregione UE Tirolo. |