Bologna è famosa per i suoi portici: Questa soluzione urbana ha nei secoli riscosso molto successo presso il capoluogo emiliano che conta portici per ben 38 kilometri di lunghezza! Il Palazzo di Re Enzo è una mirabile testimonianza di architettura medievale. Deriva il suo nome dal figlio dell'imperatore Federico II che qui rimase imprigionato (alcuni ritengono con catene d'oro!) dal 1249, a seguito della battaglia di Fossalta, fino al 1272, quando morì. Si narra che Federico II abbia offerto ai bolognesi tanto oro da cingere tutte le mura della città, ma la fierezza del popolo e le asperità delle lotte fra guelfi e ghibellini, non fecero recedere i governanti. Ancora oggi, gli eventi cittadini più importanti sono sottolineati dal rintocco del Campanazzo, l'antica campana del Palazzo del Podestà, situata nella Torre dell'Arengo. La Basilica di San Petronio è un capolavoro dello stile gotico, che nei progetti iniziali doveva essere più grande di San Pietro in Roma! I marmi policromi della facciata ricordano i colori del gonfalone: l'edificio, inoltre, è impreziosito da tanti capolavori tra i quali i bassorilievi di Jacopo della Quercia, sul portale, e l'inferno dantesco, opera di Giovanni da Modena, nella Cappella Bolognini. Bologna la dotta. Lo Studium venne fondato nel 1088 ed è considerato la più antica università del mondo, frequentata da Copernico, Thomas Becket, Paracelso, Albrecht Duerer, Erasmo da Rotterdam, Dante e Petrarca. L'Alma Mater Studiorum, come è chiamata l'istituzione, si costituì attorno le importanti figure di giuristi noti come glossatori della scuola di Bologna, che attraverso lo studio del Corpus Iuris Civilis di Giustiniano diedero un forte impulso modernizzatore allo stato e a quella branca del sapere che oggi, con termine moderno, chiameremmo filosofia politica. Bologna nel trecento era un importantissimo centro tessile, sfruttando i mille canali, direttamente collegati col Po, ora interrati. Resta il Reno, che la attraversa, protetto e nascosto dai palazzi... ve ne eravate mai accorti che c'è ancora un fiume in città? Bene, andate a via Piella e cercate una finestrella in legno: vi affaccerete sul Reno! La Pinacoteca Nazionale, presso l'ex convento di Sant'Ignazio, è una delle quadrerie più importanti d'Italia e fu costituita in epoca napoleonica per evitare che i francesi trafugassero le opere provenienti dalle chiese soppresse. La Scuola Pittorica Bolognese, inoltre, è nobile e rinomata, grazie al genio di artisti come Vitale da Bologna, Guido Reni e i Carracci, alfieri di un rigoroso classicismo in opposizione alla pittura manierista di fine cinquecento. Nel novecento la figura artistica di Giorgio Morandi è sicuramente fra le più interessanti ed importanti nel panorama internazionale. A Bologna, infatti, è attivo un museo interamente dedicato al maestro. La città, scrigno di opere d'arte, conserva importantissimi capolavori di scultura: la Fontana del Nettuno, in Piazza Maggiore, del grande Giambologna, il drammatico compianto sul cristo morto, in terracotta, di Nicolò dell'Arca, presso la chiesa di Santa Maria della Vita, e la celebre Arca di San Domenico, presso l'omonima chiesa, alla quale lavorarono ancora il Dell'Arca, Nicolò Pisano e un Michelangelo allora diciannovenne! Domenico di Guzmàn (1170-1221), originario di Calaruega di Castiglia, infatti, venuto a Bologna per lo Studium, si stabilì in città, dove fondò l'ordine dei Domenicani. Bologna la grassa! Opulente e succulente prelibatezze bolognesi: come le tagliatelle, che la leggenda narra siano state inventate nel 1487 dal tal Zefirano che, in occasione del matrimonio di Lucrezia Borgia, si ispirò ai suoi biondi capelli, preparate col ragù, sugo a base di carne macinata di maiale, vitello e manzo, e pancetta; i tortellini, in brodo di cappone o gallina, sono un'altra gloria cittadina; la forma si ispirerebbe al sinuoso ombelico di Venere. A Bologna sono molto diffuse, infine, le lasagne (tipiche dell'intera Emilia) preparate con gli spinaci (lasagne verdi). Bologna e la radio. Qui nacque Guglielmo Marconi, l'inventore della radio. Inoltre, anche la prima radio libera nella storia italiana è bolognese (1974). Il fenomeno delle Radio Libere è stato un momento molto importante nella storia del costume del Bel Paese; voce della cultura alternativa, di inchieste giornalistiche controcorrente e della musica pop e rock che allora incominciò a diffondersi nella società italiana. |