Statuto Comune di Solopaca

Durante la parentesi dei Napoleonici di Napoli, Solopaca vide passare di frequente còrsi, mori e francesi. Il 13 febbraio 1806 le truppe francesi entrarono in Solopaca ed ebbero la perdita di due dragoni ammazzati all'ingresso del paese da una cannonata. Altri 203 vennero il 21 ottobre dello stesso anno e pernottarono nel 2trappeto2 (frantoio) del duca ed il giorno dopo partirono alla volta di Frasso Telesino per inseguire fra Diavolo che era passato per il paese.

Giuseppe Bonaparte fu a Solopaca il 25 settembre 1827. Per l'evento fu allestito un ponte, con una fila di 16 carri in località "Ponte delle caldaje" (attuali pedastri vecchi), per permettere al re di traghettare il Calore. Egli fu accompagnato da circa 30 soldati di fanteria e cavalleria. Era presente tutta Solopaca e si approfittò per chiedere al sovrano la costruzione di un ponte in fabbrica.

Gioacchino Murat venne a Solopaca nel primo pomeriggio del 6 dicembre 1810 ad ispezionare il 2Ponte delle caldaje". Pranzò sul posto la mensa infatti venne allestita tra la via Bebiana ed il greto del fiume.

Era presente una folla enorme formata non solo da cittadini di Solopaca, ma di Guardia Sanframondi, Frasso Telesino ed altri paese limitrofi.Dopo il pranzo il re si intrattenne familiarmente con tutti, fece regali e distribuì molte elemosine per i poveri. A tarda sera fece ritorno a Napoli fra scroscianti applausi e acclamazioni a non finire.

I solopachesi, fin dal congresso di Vienna, si diedero da fare in favore di Ferdinando IV, tant'è che anche da Solopaca partì il 20 maggio 1815 una comitiva di uomini. Molti furono i giovani tra i 18 ed i 25 anni che vi presero parte, per aggregarsi alle truppe regie provenienti da Piedimonte e dirette a Napoli e a Gaeta.

Rientrato a Napoli il re, che aveva assunto nel frattempo il nome di Ferdinando I, di trovò ad affrontare diverse difficoltà di carattere annonario. Un fattore venne per suo conto a comprare a Solopaca cento tomoli di grano che furono trasportati, con grande meraviglia dei solopachesi, da otto cammelli.

I re di casa Borbone, le loro consorti e figlie spesso passavano per Solopaca e di buon grado si fermavano a salutare la folla che li attendeva lungo la via Bebiana. In diverse circostanze furono ospiti della famiglia Abbamondi.

Particolarmente legata alla storia di Solopaca è la figura di Ferdinando II il quale fece costruire il tanto sospirato ponte sul Calore. il ponte venne inaugurato il 5 aprile 1835. Poiché quello costruito sul Garigliano portava il suo nome, volle che questo si intitolasse alla sua amata consorte Maria Cristina.

Nell'ottobre del 1844 re Ferdinando II venne a Solopaca con quattordicimila soldati e armi per le manovre che doveva fare nei pressi del ponte. In questa circostanza fu ospite per due giorni di Don Carlo Abbamondi. Non mancò di fare, come di consueto, elemosine per i poveri, per i quali lasciò 60 ducati. Nello stesso anno passò la regina Maria Teresa Isabella sua seconda moglie. La sovrana di fermò alla Taverna del Duca, tra la tanta roba che le venne offerta assaggiò solo un po' di gelato. Quattro giovinette, in costume paesano, le fecero doni di mazzolini di fiori.

Durante il Risorgimento Solopaca ebbe un ruolo non meno importante. Il filosofo Stefano Cusani, iscritto giovanissimo alla "Giovane Italia2, fu un ardente patriota con l'Imbriani, il Poerio, il Settembrini ed altri. Preparò e cooperò per i moti del '48 che la morte sopraggiunta nel 1846 gli impedì di vedere.

Da Solopaca pure partirono compagnie di uomini per aiutare le forze di Garibaldi e l'8 settembre 1860, sparsasi la notizia dell'arrivo a Napoli dei garibaldini, Solopaca venne illuminata a festa. I solopachesi sfilarono per le vie del paese gridando "viva Garibaldi, viva Vittorio Emanuele".Da privati cittadini fu distribuito vino ed i cosiddetti Galantuomini a tarda sera festeggiarono l'avvenimento con una lauta cena. l 21 ottobre 1860 si votò per l'Unità d'Italia e non mancarono brogli elettorali. Pochissimi furono i votanti, ma dalle urne uscirono 832 voti a favore dell'Unità e 5 contrari. "Come tanti voti se poco furono i votanti?" scrisse un contemporaneo. E' presto detto: "alla mancanza di persone si supplì con la moltiplicazione dei biglietti…".

Con l'Unità d'Italia, come s'è già detto, Solopaca che per circa otto secoli era appartenuta a Terra di Lavoro, ossia Caserta, passò a far parte della provincia di Benevento.

Per le numerose caverne e le folte boscaglie del Taburno, che ben si prestavano a ricovero di briganti, dei quali molti erano partigiani borbonici, Solopaca fu molto interessata dal fenomeno del Brigantaggio. In tale periodo nella zona vi fu un continuo passaggio di soldati e ufficiali piemontesi, in quanto le montagne erano piene di briganti, molti dei quali solopachesi.

Dopo la I Guerra Mondiale Solopaca, come le altre città e paesi d'Italia partecipò con numerosi suoi figli per la formazione di una Patria più grande e più bella. Essa pagò il suo tributo con la morte di 60 forti giovinezze e con molti feriti invalidi. I nomi di questi eroi sono scolpiti nella lapide collocata alla base del campanile della Piazza.