Comuni Italiani 8. I Ceva Grimaldi. Statuto Comunale di Solopaca (Provincia di Benevento - Campania). La carta fondamentale dei cittadini solopachesi

Statuto Comune di Solopaca

Premessa - Solopaca: il Territorio, la Storia (Cosimo Formichella)
8. I Ceva Grimaldi
Nel 1574 Telese e Solopaca furono acquistate da Cristoforo Ceva Grimaldi i cui discendenti stettero sul posto fino al 1763. Costoro vennero a stabilirsi a Solopaca, dove fecero costruire un imponente palazzo perché il castello di Telese, sede degli antichi coni, non era abitabile: il maschio era pericolante e la corte era un rudere.

I Ceva Grimaldi discendevano da due illustri famiglie genovesi.

Il primo a venire nel regno di Napoli fu il forte e giovane Cristoforo che acquistò il feudo di Telese e Solopaca oltre quello di Pietracatella Marigliano e Santacroce. Si sposò con Claudia Adirno ed ebbe due figli: Gianfrancesco e Giovanni Antonio.. Gianfrancesco tenne per sé il marchesato di Pietracatella ed altro e diede a Giovannantonio Telese, Solopaca e Santacroce. Questi nel 1609 ottenne da Filippo III il titolo di duca e fu il primo duca di Telese e barone di Solopaca.

lui seguì il figlio Bartolomeo (II), poi il nipote Giovannantonio (III), e il pronipote Bartolomeo (IV), a questi successe il figlio Angelo (V) che morì poco dopo in giovane età, senza eredi e prima ancora che prendesse possesso del ducato. I beni passarono al Regio Fisco che vendette Telese e Solopaca al conte Rocco Stella.

Marcello Ceva Grimaldi (VI), zio del IV e V duca di Telese, reclamò l'eredità. Data la parentela con i defunti fratelli Bartolomeo e angelo ebbe l'investitura del ducato di Telese e baronia di Solopaca, riscattandoli da Roco stella nel 1723, pagando la somma di 45.000 ducati. Morto anche questi senza eredi gli successe il cugino Filippo (VII), figlio del fratello Giovanni Battista e di Beatrice Sanfelice, ma pure questi morì senza eredi, sicché nel 1764 i beni tornarono al Regio Demanio che li vendette ai De Sangro di Casacalenda i cui eredi ne furono spogliati per le leggi eversive del 1806. I Ceva Grimaldi commisero talvolta non pochi abusi e soprusi, ma fecero anche del bene. Bartolomeo (IV) rifugiatosi nel suo palazzo a Solopaca, dopo la condanna per aver partecipato alla Congiura di Macchia, non fu denunziato da nessun solopachese, sebbenesulla sua testa pendesse la taglia di 6.000 ducati. I solopachesi non avevano dimenticato il bene fatto soprattutto dal padre Giovanni Antonio Maria a da lui stesso, uomo bellissimo, forte e coraggioso, amante delle lettere e come ogni buon solopachese invincibile cacciatore.

 
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