Comuni Italiani Amministrazione locale e le principali istituzioni storiche che hanno esercitato le proprie funzioni sul territorio del comune di Castelleone (regione Lombardia)

Profilo Istituzionale Comune di Castelleone

1188 - 1758
Il "castrum" di Castelleone venne fondato nel 1188, sul luogo dove sorgeva "castrum Manfredi" fondato nel 1183 e distrutto nel 1186 dal Barbarossa, e riunì i territori dei precedenti villaggi di "Fipenega", San Latino, "Manzanum", "Ripa Scortecata" (Menant 1993, p. 88).

Il Grandi riporta la notizia, ripresa dalla Historia di Castelleone compilata da don Clemente Fiammeno e pubblicata nel 1652, che nel 1200 il comune era governato da un consiglio di venti persone, tra di essi quattro erano nominati consoli, uno per ciascuno dei quattro quartieri, Bressanore, Manzano, Fepenica e Mastalengo, nei quali era suddivisa Castelleone (Fiammeno 1642; Grandi 1856-1858, ad vocem).

Nel 1354 Castelleone passò sotto il dominio di Bernabò Visconti, figlio di Giovanni duca di Milano. Nel 1402 Uguccione Pallavicino fu governatore di Castelleone. Nel 1413 l'imperatore Sigismondo con privilegio dell'8 maggio 1413 investì Cabrino Fondulo del marchesato di Castelleone, investitura confermata nel 1420 da Giovanni Visconti. Nel 1428 fu nominato il primo podestà di Castelleone; alla stessa epoca il comune era amministrato da un consiglio di 48 persone e dai consoli. Nel 1436 fu riformato il governo del comune affidato a dodici consoli, ciascuno dei quali governava per un mese e da un consiglio. Tra il 1499 e il 1509 Castelleone divenne parte del dominio veneziano e in questo periodo nel 1503 furono compilati gli statuti validi per Castelleone e il suo territorio. Tra il 1509 e il 1512 passò sotto il dominio dei Francesi per ritornare quindi a essere parte del ducato di Milano (Fiammeno 1642; Grandi 1856-1858, ad vocem; Cugini 1973; Pavesi - Carubelli 1988; Carubelli 1995, pp. 33-34).

Con privilegio del 10 marzo 1435 Castelleone fu costituita terra separata da ogni altra città e giurisdizione e fu decretato che essa dovesse rispondere direttamente a Milano, che inviava il podestà; secondo le clausole contenute nel privilegio gli ufficiali di Cremona non dovevano aver niente a che fare con Castelleone e con i suoi abitanti, perchè il borgo veniva dichiarato appunto "separato, segregato e del tutto esente dalla città" e quindi gli "officiales Cremona non possint nec debeant se intromittere"; le tasse non dovevano essere pagate a Cremona, ma direttamente al duca di Milano; al borgo era riconosciuta autonomia giurisdizionale e quindi tutte le cause in cui fossero stati coinvolti abitanti di Castelleone, dovevano essere risolte davanti al tribunale locale e il podestà locale aveva piena facoltà di amministrare giustizia in qualsiasi materia e nei confronti di chiunque fosse coinvolto in una vertenza con i cittadini del luogo (Chittolini 1988).

Agli inizi del XV secolo Castelleone venne a trovarsi nella situazione di importante piazzaforte di confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, grazie a questo fatto Castelleone, come altre comunità, potè contrattare con Visconti e Sforza condizioni particolarmente favorevoli al riconoscimento di speciali autonomie rispetto alla città capoluogo del territorio in cui esse erano situate (Chittolini 1988). Nella storia della separazione di Castelleone giocarono un ruolo importante anche alcuni dati specifici: in particolare bisogna ricordare la condizione di autonomia da Cremona di cui Castelleone aveva goduto nel periodo della signoria di Cabrino Fondulo. La separazione si era quindi consolidata nel 1420, quando il Cremonese era ritornato sotto la signoria dei Visconti: in questa occasione e per alcuni anni, in cambio della signoria di Cremona restituita ai Visconti, fu infatti riconosciuta a Cabrino la signoria di Castelleone, che costituì perciò una sorta di piccolo staterello o principato, staccato dalla provincia cremonese. Il periodo della signoria di Cabrino costituì nella storia dell'autonomia di Castelleone un momento importante e quando Castelleone tornò sotto i Visconti, non ebbe difficoltà ad ottenere, anche in virtù del reggimento autonomo del quale aveva fino a quel momento goduto, il privilegio di separazione. Nonostante le continue pressioni da parte di Cremona fin dal Quattrocento, perchè la separazione fosse per così dire cancellata, Castelleone mantenne tale condizione, anche se la costante ostilità cremonese fece sì che, aldilà del riconoscimento di principio, di fatto l'istituto subisse nella sua applicazione effettiva resistenze e limitazioni (Chittolini 1988). Nel 1451 Castelleone è elencato tra i "communia, fortilicia, terre et ville" separate dalla città di Cremona (Elenco delle "terre" sottoposte alla giurisdizione di Cremona, 1451).

La condizione di separazione risultò confermata per tutta l'età viscontea, sforzesca e nel periodo spagnolo e autriaco (il privilegio di "terra separata" fu confermato da Carlo V il 28 agosto 1541) e fu riconosciuta anche nell'ambito della riforme teresiane delle amministrazioni locali (editto 10 giugno 1757; Riforma 15 febbraio 1758).

Dalle risposte ai 45 quesiti emerge che la struttura amministrativa del comune era costituita due organi consiliari: il consiglio particolare, costituito da tre deputati, due nuovi e uno rimasto in carica dall'anno precedente, altri 21 consiglieri, il cancelliere e il ragionato, e il consiglio generale, del quale non è specificata la composizione, che si riuniva per la pubblicazione del riparto delle imposte.

Nella congregazione del 21 dicembre, il consiglio particolare nominava per ballottazione tra i suoi membri sei persone tra le quali il marchese feudatario sceglieva i deputati; otto persone, quattro delle quali erano nominate dal marchese feudatario per sindacare l'operato dei deputati e dei tesorieri che uscivano di carica; quattro giudici delle strade; quattro fabbriceri della chiesa parrocchiale; quattro protettori dei carcerati; l'elezione degli uffciali nominati doveva essere confermata dal marchese feudatario. Il governo ordinario del comune era nelle mani dei due deputati di nuova nomina che si avvalevano dell'aiuto del deputato rimasto in carica dall'anno precedente.

La comunità affidava la redazione delle pubbliche scritture, ad eccezione di quelle di carattere contabile compilate dal ragionato, al cancelliere. I documenti del comune erano custoditi in una stanza adibita ad archivio e l'ufficio di archivista era appannaggio del primo deputato che curava anche il libro dell'estimo, custodito in un armadio a parte. Le operazioni relative alla riscossione delle tasse erano espletate dal tesoriere che esigeva le imposte "del reale" e dall'impresario del personale che riscuoteva la tassa del testatico. I due uffici erano assegnati all'incanto con incarico di durata triennale.

Per la cura dei propri interessi la comunità manteneva un procuratore sia a Milano, sia a Cremona.

Alla metà del secolo XVIII il comune era sottoposto alla giurisdizione del podestà feudale, residente a Milano, eletto dal marchese feudatario, che dal 1652 era il marchese Ordogno de Rosales (Casanova 1904), e approvato dal senato; in assenza del podestà feudale le funzioni giurisdizionali erano svolte dal fiscale del feudo, che agiva in qualità di luogotenente; il console criminale prestava giuramento alla banca criminale del feudo. All'epoca la comunità contava 3000 anime (Risposte ai 45 quesiti, cart. 3054).

Tesorieri: Secolo XVIII - 1758
Dalle risposte ai 45 quesiti emerge che la comunità nominava al pubblico incanto con incarico triennale il tesoriere che riscuoteva le imposte sul perticato e l'impresario del personale che esigeva la tassa sul "testatico" (Risposte ai 45 quesiti, cart. 3054).
1758 - 1797
Nel compartimento territoriale dello Stato di Milano, pubblicato con editto del 10 giugno 1757, mantenne la condizione di terra separata (editto 10 giugno 1757). La riforma al "Governo della comunità di Castelleone terra separata del Cremonese" entrò in vigore con decreto 15 febbraio 1758 (Riforma 15 febbraio 1758). Il Consiglio generale era composto da diciotto membri vitalizi che veniva eletto dal Convocato dei quaranta maggiori estimati tra chi avesse almeno 700 scudi d'estimo e non esercitasse "arti rustiche o meccaniche". Aveva poteri amministrativi in materia di vettovaglie, strade, argini, sanità, luoghi pii, carceri e diritti di giuspatronato; eleggeva i tre deputati all'estimo, che esercitavano tutte le funzioni necessarie ad amministrare e conservare il patrimonio della comunità; il deputato alla tassa personale, quello alla tassa mercimoniale, uno o due deputati per gli alloggi militari, due sindacatori annuali, il tesoriere, il cancelliere, il sindaco e due consoli. (Mozzarelli 1982; Liva 1998).

Nel compartimento pubblicato in data 26 settembre 1786 Castelleone fu incluso nella delegazione IV della provincia di Cremona (editto 26 settembre 1786).

Con dispaccio regio 20 gennaio 1791 fu ripristinato il compartimento teresiano e Castelleone riacquistò lo status di terra separata (dispaccio 20 gennaio 1791; Compartimento, 1791).

1798 - 1815
Secondo la legge emanata in data 1 maggio 1798 il comune di Castelleone costituiva da solo il distretto 17 del dipartimento dell'Adda (legge 1 maggio 1798/1).

Secondo la legge emanata in data 26 settembre 1798 Castelleone era capoluogo del distretto X di Castelleone del dipartimento dell'Alto Po (legge 26 settembre 1798). Secondo la compartimentazione della Repubblica Cisalpina pubblicata con la legge emanata in data 13 maggio 1801 Castelleone era uno degli 81 comuni del distretto II di Crema del dipartimento dell'Alto Po (legge 13 maggio 1801).

Con decreto datato 8 giugno 1805 il comune di Castelleone in applicazione della legge del 24 luglio 1802 e in virtù dei 4178 abitanti fu classificato come comune di III classe ed era uno dei comuni del cantone III di Soresina del distretto I di Cremona del dipartimento dell'Alto Po (legge 24 luglio 1802; decreto 8 giugno 1805).

In base al compartimento entrato in vigore dal 1 gennaio 1810, pubblicato in seguito alle concentrazioni dei comuni avvenute in attuazione del decreto 14 luglio 1807 nel comune denominativo di Castelleone furono concentrati i comuni di Castelleone, Gombito e Corte Madama. Il comune aveva una popolazione complessiva di 5893 abitanti (decreto 14 luglio 1807; decreto 4 novembre 1809).

1816 - 1859
Nel compartimento territoriale delle provincie lombarde del 1816 Castel Leone apparteneva al distretto III di Soresina della provincia di Cremona (notificazione 12 febbraio 1816).

Nel compartimento del 1844 Castel Leone era un comune con convocato del distretto II di Soresina (notificazione 1 luglio 1844).

Nel 1853 Castelleone, comune con consiglio con ufficio proprio e una popolazione di 5772 abitanti, fu inserito nel distretto VI di Soresina (notificazione 23 giugno 1853).

distretto 17 di Castelleone: 1797 maggio 1 - 1798 settembre 25
Secondo la legge emanata in data 1 maggio 1798 il comune di Castelleone costituiva da solo il distretto 17 del dipartimento dell'Adda (legge 1 maggio 1798/1).
distretto X di Castelleone: 1798 settembre 26 - 1801 maggio 12
Il distretto X del dipartimento dell'Alto Po che aveva Castelleone come capoluogo comprendeva i comuni di Castelleone, Montodine, Ripalta Arpina, Ripalta vecchia, Moscazzano, Ripalta Guerrina, Ripalta nuova, Rovereto e Ramelli, Credera, Rubiano, Vinzasca, Gombito, Madegnano, Fiesco con Santa Marta, Corte Madama (legge 26 settembre 1798).
podestà: 1428 - Secolo XVIII
Nominato per la prima volta nel 1428, il podestà locale aveva, per privilegio concesso dal duca di Milano in data 10 marzo 1435 (e successivamente più volte confermato), piena facoltà di amministrare giustizia in qualsiasi materia e nei confronti di chiunque fosse coinvolto in una vertenza con i cittadini del luogo (Chittolini 1988).
Bibiliografia
Carubelli 1995: Giuseppina Carubelli, Castelleone nel primo Cinquecento. Un libro di conti della Magnifica Comunità (1527-1528), Castelleone, Edizioni Biblioteca, 1995;

Cugini 1973: Rosetta Cugini, Storia di Castelleone, Castelleone, Malfasi, 1973;

Fiammeno 1642: Clemente Fiammeno, Castelleonea cioè historia di Castelleone insigne castello nella diocesi di Cremona in Lombardia cavata da molti autori, historici, archivii, protocolli, manuscritti, inscritioni e altre antichitadi da don Clemente Fiammeno Castelleonese e parocho nella Cathedrale di Cremona., Cremona, Pier Francesco Bortolotti, 1642;

Pavesi - Carubelli 1988: Maria Teresa Pavesi, Giuseppina Carubelli, Da Castel Manfredi a Castelleone, Soresina, 1988.

Fonte
Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo © 2000 - Regione Lombardia

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