Comuni Italiani Curiosità su Cosenza. Parliamo di: Il Duomo e Federico II, Telesio e il naturalismo, i vignai e il Museo all'Aperto, la juncata e la pasta china

Appunti e Curiosità su Cosenza

Fondata nel IV secolo, Cosenza fu il più importante centro dei Bruzi, popolazione indoeuropea di lingua osca presente nella Calabria tirrenica settentrionale, che dopo aver combattuto e vinto alcune città magnogreche, dovette piegarsi al giogo di Roma.

Il Duomo di Cosenza fu consacrato da Federico II che volle lì seppellire il suo sfortunato figlio suicida Enrico. L'Imperatore offrì alla città una preziosissima stauroteca (croce reliquario fatta dalle manifatture imperiali Thiraz a Palermo), attualmente conservata presso la Sovrintendenza. Nel 1891, durante dei lavori di restauro tesi a ripristinare le forme originali della chiesa, fu ritrovato un altro importante sarcofago gentilizio ascritto ad Isabella d'Aragona e a suo marito Filippo III l'Ardito.

A Cosenza è morto il re visigoto Alarico, seppellito nel Busento, il fiume della città, in un posto mai trovato, insieme al tesoro frutto del sacco di Roma e al suo cavallo.

Cosenza è la città di Bernardino Telesio! Sostenitore del naturalismo, corrente filosofica neoplatonica e antiaristotelica in odore di eresia e avversata dalla chiesa, alla quale appartennero anche i suoi conterranei Tommaso Campanella, Giovanni Valentino Gentile e il nolano Giordano Bruno. A differenza di questi ultimi, Telesio riuscì a mantenere ottimi rapporti con il potere spirituale e i suoi libri furono messi all'indice solo dopo la sua morte.

Cosenza è uno dei poli culturali dell'Italia meridionale, sede dell'importante Accademia Cosentina, fondata nel 1501 da Aulo Giano Parrasio, importantissimo umanista cosentino, amico di Pietro Bembo, studioso di Tertulliano (uno dei più importanti teologi del cristianesimo delle origini, nonché inventore della parola Trinità). Fu attivo a Napoli e Roma dove insegnò all'Archiginnasio; in seguito tornò nella sua città natia per fondare l'Accademia, in seguito ribattezzata Telesiana in onore del filosofo Telesio.

Il centro storico si caratterizza per una particolare cifra stilistica uniforme, data dalla commistione di tipiche case popolari con pergolato (dette vignai) e dai palazzi nobiliari con portali ribassati di gusto catalano. Tutto il centro è stato oggetto di un'interessantissima opera di riqualificazione che ha coinciso con l'istituzione del MAP, il Museo all'Aperto. Si tratta di un esperimento unico nel suo genere che ha portato la cultura e l'arte direttamente in mezzo alla gente; la cultura è così un orizzonte di senso forte che premia la quotidianità della vita cosentina, estetizzandola. Il progetto è nato grazie alla donazione di Carlo Bilotti, cosentino che ha fatto fortuna in America, e vanta opere d'arte di artisti come Salvador Dalì, Mirò, Manzù, De Chirico, Sasha Cosno e Pietro Consagra.

Il bel Teatro Rendano, di gusto neoclassico, è dedicato al virtuoso pianista Alfonso Rendano. E' sede della Filarmonica Mediterranea e di una prestigiosa programmazione concertistica.

La chiesa di San Francesco d'Assisi fu fondata nel 1217 da un seguace del poverello, Pietro Cathin, al quale si deve la diffusione dell'Ordine in Calabria, ed è una delle più importanti in città.

All'altezza della confluenza del Busento nel Crati sorge San Domenico, dalla sgargiante cupola verde. Eretta nel Cinquecento su commissione della potente famiglia Sanseverino di Bisignano, vanta un meraviglioso cappellone barocco dove è conservata la miracolosa icona della Madonna delle Febbre.

La rivoluzione Copernicana passa prima per Cosenza! Eh... si! Il primo a mettere in discussione il modello tolemaico fu il cosentino Giovan Battista Amici nel De motibus corporum celesti. Il modello tolemaico, dal nome del grande astronomo di epoca alessandrina Tolomeo, si basava sull'idea che la terra fosse al centro del sistema solare (eliocentrismo), ed era sostenuto dalla Chiesa, in quanto conforme a quanto stabilito dalle Sacre Scritture.

Tipici dell'area cosentina e della Sila in particolare sono: la juncata, gustoso formaggio fresco a pasta morbida; il caciocavallo silano, marchio DOP, semiduro a pasta filata prodotto con latte di mucca, trae il suo nome dalla particolare lavorazione attraverso il quale viene messo "a cavallo di una pertica" con dei legacci che ne formano l'ezia (cioè la tipica testa); il butirro, caciocavallo di mucca annichiarica silvana, cioè di mucca che ha figliato da un anno, imbottito di crema burrosa di formaggio...yum...yum! Il territorio esprime altresì una buona tradizione olicola grazie al "Brutium Fascia prepollinica" e il "Brutium Colline Ioniche presilane".

A Cosenza gustate la pasta china, imbottita con la famigerata salsiccia al peperoncino e la carne ‘ncantarata, dal nome del vaso greco kantaros, nella quale si preparava, ovvero carne in salamoia, poi arrostita e servita cosparsa di miele.

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